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Mosaico

A Settembre e Ottobre 2021, ho potuto partecipare al cantiere di restauro del Cyclop (Milly-la-forêt, Francia), un’opera contemporanea e monumentale, fatta interamente di materiali di riutilizzo da un gruppo di artisti guidati da Jean Tinguely. L'opera è stata realizzata tra 1969 et 1994. A Marzo 2021 è iniziato il cantiere di restauro della Face aux miroirs di Niki de Saint-Phalle*.

Restauratori di mosaico, mosaicista e maestri vetrai si sono uniti per rispondere à la domanda del CNAP (Centro Nazionale delle Arti Plastiche): occorreva restaurare e conservare questa parte dell’opera che era già ben alterata. Infatti, gli specchi presentavano un fenomeno di corrosione a causa delle condizioni di conservazione umide e delle variazioni di temperature.

Il cantiere di restauro è stato portato da Philippe de Vivies (Laboratorio di restauro A-Corros) in collaborazione con Carole Aquaviva (restauratrice di mosaico). Una catena d’opera che seguiva un protocollo preciso è stata elaborata per togliere tutti gli specchi della facciata di 22 metri di altezza e per sostituirli in modo identico con specchi nuovi datti da Saint Gobain, uno dei mecenati del cantiere.

Tra l’organizzazione di una squadra di lavoro numerosa, che lavora sia sull’impalcatura che nel laboratori, il « phasing » del lavoro in modo tale da rispettare il calendario, la gestione e l'ordine dei materiali, questo cantiere di restauro è durato quasi 8 mesi. È stato l’occasione di partecipare al trattamento di un’opera contemporanea presentando problematiche diverse delle problematiche che riguardano opere più anziane. Infatti, tra le volontà dell’artista lasciata prima della sua morte per quanto riguarda eventuali interventi di restauro sulla sua opera e il carattere museale del Cyclop, le riflessioni hanno dovuto anche tenere in conto la deontologia del restauro.

https://www.cnap.fr/jean-tinguely-«-le-cyclop-»-1969-1994 
 
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Il Cyclop, dietro l'impalcatura, in corso di restauro

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I nuovi specchi vanno applicati sulla superficie liberata degli specchi originali. I frammenti sono tagliati secondo la forma e le dimensioni degli specchi originali e sono incollati con il mastic epossidico.

A Maggio 2024, ho restaurato un'opera d'arte contemporanea, si tratta della scultura di terracotta smaltata, Organisation et élaboration des cellules végétales. Fu creata da Hans Hedberg nel 1963 e si trova sul campus dell'università di Nizza. Accompagnata da 2 colleghe restauratrici, abbiamo pulito la scultura: conservata all'aperto, viene sottoposta alle variazioni meteorologiche e di conseguenza si è alterata nel tempo. Presentava anche delle lacune che rendevano il suo aspetto estetico poco soddisfacente. In effetti, lo smalto si staccava in alcuni punti, lasciando vedere la terracotta sotto.

Un lavoro di reintegrazione delle lacune con uno stucco, seguito da un lavoro di ripristino pittorico hanno permesso di ridare una leggibilità all'opera fatta con dei colori che si accordano perfettamente con l'ambiente in cui viene conservata.

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La scultura in ceramica con lo smalto rosso, circondata dalla vegetazione, si trova nel parco dell'università. Stato dopo restauro

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In corso di ritocco

Reintegrazione delle lacune poi ripristino pittorico, lavoro illustrato sul video

Nel settembre e ottobre 2024, si è svolto un cantiere di restauro del mosaico di Gianferrari che si trova sul pavimento del patio dell'Hôtel de Ville di Grenoble. Questo mosaico di una superficie di 300m2 è costituito da tessere di pietra (marmo, calcare, scisto) posate su un supporto in cemento. Una fontana occupa il centro del patio e raccoglie l'acqua piovana che scorre sul mosaico. È stata inaugurata nel 1967 insieme all'edificio. 
Un team di 6 curatori-restauratori del patrimonio ha occupato il sito per 1 mese per pulire, preservare e trattare questo mosaico.
Questo pavimento testimonia fenomeni di alterazione caratteristici delle opere contemporanee conservate all'aperto. Sono ancora in corso delle ricerche, ad esempio sulla stabilizzazione del cemento, materiale utilizzato per la creazione di opere d'arte nella seconda parte del XX secolo, ma il cui invecchiamento è ancora poco noto ai nostri giorni.

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